Oggi la Casa del Sole è soltanto un presidio sanitario come un altro, ma nasconde dietro di sé una storia antichissima e stratificata nel tempo.

Nasce nel 1922 dalla volontà di Giulia Alliata Mantegna e il supporto tecnico di Giovanni Di Cristina, con l'intento di ospitare bambini malati, principalmente di tubercolosi, adenopatie, adeniti, localizzazioni ossee, articolari, cutanee, oppure offrire loro supporto medico senza necessariamente ospitarli. L'ospizio contava 30 posti letto, ma arrivò ad ospitare più di duecento bambini in poco tempo.

Al suo interno le condizioni di vita erano ambigue, considerando il particolare tipo di cura a cui erano sottoposti i bambini (la cura del sole consisteva nell'esporre i bambini, sempre in movimento o comunque in penombra, alla luce solare). Talvolta questa cura portava i tutori a lasciare dormire i bambini in capanni al freddo nel tentativo di fargli respirare più aria fresca possibile.

All'interno dell'indefinito e irregolare confine della zona si possono incontrare numerosi edifici, molto diversi tra loro come epoca e come funzione, tra cui un'ala dell'ambulatorio recente ma abbandonata, una chiesa, una struttura totalmente distrutta e altre strutture vaghe e misteriose.

L'istituto vero e proprio rimarrà attivo fino agli anni settanta del novecento. Ad oggi la zona è presumibilmente ancora di proprietà della casa del sole ma è in stato di decadenza e poco protetta, anzi ignorata, fatta eccezione della piccola stazione di rilevamento di inquinamento atmosferico e della misteriosa pompa di acqua a cui non siamo riusciti a dare uno scopo ben definito.






